ARCHEO-TREK PARCO NATURALISTICO DI VEIO

Piacevole trekking ad anello nel Parco Regionale di Veio; un’escursione fuori porta, a pochi passi da Roma, ma all’interno del Comune. Una meta dunque ideale per trascorrere una giornata immersi in una vasta area naturalistica protetta, interessantissima oltretutto sotto il profilo archeologico. Un itinerario costellato da bei paesaggi, caratterizzati da forre e cascate spettacolari, con sentieri che ripercorrono antiche vie etrusche, romane e la medievale via Francigena (che dal nord dell’Europa conduceva i pellegrini alla Città Eterna). Partendo dal piccolo borgo di Isola Farnese e dopo aver raggiunto un mulino dei primi del ‘900 che sfruttava le acque del torrente Fosso Piordo, percorreremo tracciati recentemente ampliati e sviluppati che attraversano il territorio nel quale un tempo sorgeva Veio. Era uno dei più importanti avamposti etruschi (al confine meridionale di questa grande civiltà pre-romana), una città sorta prima di Roma e conquistata nel 396 a.C. dopo un lungo assedio dal grande generale Furio Camillo, noto ai cittadini odierni dell’Urbe soltanto per il nome di una fermata della metro! Nell’area che esploreremo si trovano resti dell’antico insediamento, di necropoli e imponenti tumuli sepolcrali (come quello della Vacchereccia), di una cava di blocchi di tufo, ma soprattutto di una pregevole rete di cunicoli sotterranei e antichi acquedotti realizzati dagli abili ingegneri etruschi per fini agricoli o per l’approvvigionamento idrico. Tra di essi sono di particolare suggestione il Ponte Sodo, lungo il fosso del fiume Crèmera, e i cunicoli della Selvotta. Altro luogo semisconosciuto che andremo a visitare è lo straordinario sito di Porta Capena, recentemente strappato all’intricata vegetazione da volontari. È caratterizzato da un tratto di strada romana, ben conservata, lungo la quale transitavano i commerci e le comunicazioni in direzione degli alleati Capenati nell’Agro falisco. Vi è inoltre un particolarissimo colombario, databile al I sec. d.C., le cui nicchie contenevano le urne dei defunti. È chiamato “la Spezieria” per le sue pareti che ricordano l’armadio di una farmacia. Nella zona ci sono ancora scavi archeologici in corso, il territorio è in pratica un museo a cielo aperto. Gli amplissimi panorami che si godono dalle sterrate tra i campi dalle aree più elevate, ci consentiranno di avere una visuale quasi completa del Parco e, nelle giornate terse, della catena appenninica.